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:: ONU - XX Assemblea Generale (1965): |
La
XX Assemblea Generale dell’ONU (1965)
dichiara "la legittimità della
lotta da parte dei popoli sotto
oppressione coloniale, per esercitare il
loro diritto all' autodeter-
minazione e
all'indipendenza".
Inoltre, l'Assemblea invita "tutti
gli Stati a fornire assistenza morale e
materiale ai movimenti di liberazione
nazionale nei territori coloniali". |
:: ONU
- Risoluzione 1514 |
"L'Assemblea
Generale dichiara che: la soggezione dei
popoli a dominio straniero, conquista e
asservimento costituisce una negazione
dei diritti umani fondamentali, è
contraria alla Carta delle Nazioni Unite
ed è un impedimento alla promozione
della pace e della cooperazione mondiali.
Tutti i popoli hanno diritto
all' autodeter-
minazione; in virtù di
tale diritto essi devono liberamente
determinare il loro status politico e
liberamente perseguire il loro sviluppo
economico, sociale e culturale". |
:: Convenzione
di Ginevra, Protocollo Addizionale I
(1977): |
La lotta
armata può essere usata, come ultima
risorsa, come mezzo per esercitare il
diritto all' autodeter-
minazione. |
:: Tribunale
penale internazionale |
In
base allo Statuto del Tribunale penale
internazionale, sono definiti “crimini
di guerra”:
(1) attacchi lanciati intenzionalmente
contro popolazione civili in quanto tali
o contro civili che non prendano
direttamente parte alle ostilità;
(4) attacchi lanciati intenzionalmente
nella consapevolezza che gli stessi
avranno come conseguenza la perdita di
vite umane tra la popolazione civile, e
lesioni a civili o danni a proprietà
civili ovvero danni diffusi duraturi e
gravi all’ambiente naturale che siano
manifestamente eccessivi rispetto all’insieme
dei concreti e diretti i vantaggi
militari previsti. |
:: Iraq anthem (click to listen)
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ASCOLTATE GLI EROI DI ISRAELE
John Pilger
2 marzo 2010 - L’altro giorno ho fatto una telefonata a Rami Elhanan. Non parlavamo da sei anni e molte cose sono successe nel frattempo in Israele e in Palestina. Rami è un graphic designer che vive con la sua famiglia a Gerusalemme. Suo padre è un sopravvissuto di Auschwitz. I suoi nonni e 6 tra zii e zie sono morti nell’Olocausto. Quando mi si chiede a proposito di eroi, io parlo senza esitazioni di Rami e sua moglie Nurit. Poco dopo aver fatto la sua conoscenza, Rami mi mostrò una registrazione amatoriale molto difficile da guardare. Ritraeva sua figlia Smadar, di 14 anni, mentre ballava, rideva e suonava il pianoforte... Rami era nella sua macchina quando accese la radio per sintonizzarsi sul notiziario delle 3 di pomeriggio. C’era stato un attacco suicida nel centro commerciale di Ben Yehida. Più di 200 persone erano rimaste ferite e c’erano numerosi morti. Pochi minuti dopo il suo telefono squillò. Era Nurit, e piangeva. Cercarono invano negli ospedali, poi all’obitorio; e così iniziò ciò che Rami descrive come la loro "discesa nell’oscurità". Rami e Nurit sono tra i fondatori del Circolo dei Genitori, o Forum delle famiglie in lutto, che mette assieme israeliani e palestinesi che hanno perso i loro cari. "E’ doloroso riconoscerlo, ma non c’è alcuna differenza dal punto di vista morale tra il soldato israeliano che impedisce alla donna palestinese incinta di oltrepassare il checkpoint facendole perdere il bambino, e l’uomo che ha ucciso mia figlia. E così come mia figlia è stata una vittima [dell’occupazione], così era anche lui", ha detto....
continua / continued [10687] [ 04-mar-2010 01:25 ECT ] |
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Bambini di Marjah
Enrico Piovesana
3 marzo 2010 - Non sorridono più Najib e Naqib, due fratellini di 5 e 7 anni ricoverati all'ospedale di Emergency di Lashkargah. Le infermiere li coccolano e il giovane papà, Abdul Wali, li copre di baci e carezze. Ma a loro sembra non fare effetto. Sono arrivati qui sabato sera dalla base militare britannica di Camp Bastion: il più grande con il piede sinistro maciullato e una brutta ferita al braccio destro, il più piccolo con decine di schegge infilzate ovunque. Tutti e due ancora sotto shock per il dolore, lo spavento e il trauma di aver visto morire, davanti ai loro occhi, i due loro fratelli poco più grandi, Sadiq e Asrat, di 8 e 9 anni. Colpa di un razzo americano caduto per errore nel cortile della loro casa, a Marjah...
continua / continued [10686] [ 04-mar-2010 00:27 ECT ] |
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Israele / Palestina MEMBRO DI HARVARD CHIEDE MISURE GENOCIDE PER LIMITARE LE NASCITE IN PALESTINA
THE ELECTRONIC INTIFADA
1 marzo 2010 - Martin Kramer, un membro del Weatherhead Center for International Affairs dell'Università di Harvard ha chiesto che "l'occidente" intraprenda delle misure per limitare la nascita di palestinesi, una proposta che appare ricadere sotto la definizione giuridica internazionale di incitamento al genocidio. Kramer, che è anche membro dell'influente Washington Institute for Near East Policy (WINEP) ha espresso questa richiesta all'inizio del mese durante un discorso alla conferenza Herzliya in Israele, un video è stato postato sul suo blog col titolo "Superfluous young men" ["Giovani uomini superflui" N.d.t.] il 7 Febbraio 2010. Durante il discorso, Kramer ha respinto la comune visione che la "radicalizzazione" islamista sia provocata dalle politiche USA quali l'appoggio a Israele e la promozione di dittature dispotiche, e ha affermato che è dovuta alla demografia di società islamiche quali Yemen, Iraq, Afghanistan e la Striscia di Gaza occupata da Israele. Troppi bambini, ha sostenuto, portano a troppi "giovani uomini superflui", che in seguito diventano radicali violenti...
continua / continued [10680] [ 02-mar-2010 12:45 ECT ] |
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Bil’in, cinque anni di resistenza al Muro
di Sophie Janel
27 febbraio 2010 - Il sole brilla alto sul villaggio di Bil’in, nei territori palestinesi occupati. Sui tetti delle case, alcuni bambini sventolano dei drappi palestinesi. All’ombra della sua keffieh rossa e bianca e con gli occhiali da vista sul naso, Amjed spiega che « tutti i venerdì, manifestiamo per denunciare il Muro, ma anche le colonie illegali e le azioni dell’esercito israeliano contro i palestinesi ». Di fronte, due manifesti sui muri di una casa. Uno fa riferimento a Bassem, un palestinese morto l’anno scorso durante una manifestazione settimanale. Dalla nascita del movimento, una ventina di persone sono cadute sul campo. Sull’altro manifesto, si vedono le nove foto dei prigionieri membri del Comitato di coordinamento della resistenza popolare. Tra loro Abdallah Abu Rahmah, leader del movimento di Bil’in arrestato il 10 dicembre scorso...
continua / continued [10674] [ 02-mar-2010 12:15 ECT ] |
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A Gaza si scava sempre più in profondità
Robert Fisk |
25 febbraio 2010 - Sono la vera resistenza. Sono i polmoni attraverso i quali Gaza respira. E’ vero, missili, razzi Qassam, munizioni per Kalashnikov ed esplosivi passano attraverso i loro corridoi sotterranei. Ma – ed è questo il loro compito più importante – gli operatori dei tunnel di Gaza provvedono a fornire linfa a questo assediato pseudo-staterello islamico: carni fresche, arance, cioccolata, camicie, pantaloni, giocattoli, sigarette, abiti da sposa, carta, interi motori di automobili in quattro pezzi, batterie per auto e persino tappi per bottiglie di plastica. Questi uomini vengono bombardati dagli israeliani, muoiono per il crollo dei loro tunnel, e ora si trovano ad affrontare un nuovo muro egiziano, e persino la paura di annegare...
continua / continued [10668] [ 02-mar-2010 11:36 ECT ] |
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Il Tribunale Russell torna in vita. Per la Palestina
Carlo M. Miele |
24 febbraio 2010 - A più di quarant’anni dalla sua creazione, il Tribunale Russell torna in vita. Se però nel 1967 si occupò di Vietnam, questa volta la famosa corte popolare si riunirà per discutere esclusivamente di Palestina. Come spiegano i suoi promotori, che possono contare sul patrocinio della Bertrand Russell Peace Foundation Ltd, la decisione di far rinascere il tribunale è nata dopo l’offensiva israeliana a Gaza del gennaio 2009, che "ha reso più palese che mai il disprezzo di Israele per il diritto internazionale". Al di là della riconosciuta responsabilità di Israele, affermano, "l’obiettivo è dimostrare la complicità di Stati terzi e di organizzazioni internazionali, che con la loro passività o con il loro sostegno, permettono che Israele continui a violare, sistematicamente e in forma reiterata, i diritti del popolo palestinese" e, inoltre, "promuove il diritto internazionale come punto cruciale per avanzare nella questione del conflitto fra Israele e Palestina"...
continua / continued [10665] [ 02-mar-2010 11:25 ECT ] |
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HAITI: VERSO UNA OCCUPAZIONE UMANITARIA ?
ROLPHE PAPILLON
20 febbraio 2010 - ...La lunga tragedia degli haitiani non è cominciata con la dittatura di Duvalier (1957-1986). Noi facciamo risalire questo pesante fardello molto più indietro, ai circa 3 secoli di schiavitù e ai 200 anni di disprezzo e incomprensione subiti per aver osato essere la prima repubblica nera nel mondo razzista e schiavista del 19° secolo. Come rappresaglia a questa doppia rivoluzione, allo stesso tempo antischiavista e anticolonialista, una umiliazione per la potentissima armata napoleonica, il paese ha dovuto pagare un riscatto colossale alla Francia corrispondente a 150 milioni di franchi d'oro (equivalenti all’incirca al bilancio annuale della Francia dell'epoca). Durante il 19° secolo, persino la lontana Germania è venuta a reclamare i suoi tributi ed esigere una fortuna a condizioni umilianti. Le loro navi da guerra ripartirono come rapinatori arroganti con il loro bottino di guerra. Noi gettiamo via il denaro, ci dicono i poeti, a fronte alta, l'animo fiero come quando si getta un osso al cane. Nel 1915, la coesistenza pacifica in una nazione costituita da proprietari di schiavi e un'altra da schiavi ribelli, era inconcepibile. In conformità alla dottrina di Monroe e per impedire che dei nazionalisti come Rosalvo Bobo si impossessassero del potere, gli americani invasero Haiti...
continua / continued [10654] [ 02-mar-2010 10:14 ECT ] |
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Vergogna Lettera aperta dell'infermiere capo dell'ospedale di Emergency a Lashkargah, dove arrivano i civili feriti nell'offensiva alleata contro al vicina città di Marjah. Anche bambini di 7 anni
Matteo Dell'Aira* |
18 febbraio 2010 Vergogna. E' quella che proviamo tutti qui all'ospedale di Emergency a Lashkargah, Afghanistan, dopo l'inizio dell'ennesima 'grande operazione militare', che ogni volta è la più grande... Un profondo senso di vergogna per quello che la guerra, qualsiasi guerra, fa. Distruzione, morti, feriti. Sangue, pezzi di carne umana. Urla feroci e disperate. Non fa altro.
Ma qualcuno ancora pensa che sia un buon modo per esportare 'pace e democrazia'.In effetti la pace la stavano portando anche a Said Rahman, noto 'insurgent' della zona, ma quella eterna però. Si è beccato un proiettile in pieno petto, di mattina presto, mentre era in giardino. Non stava pattugliando la zona, non stava combattendo, non stava mirando nessuno...
continua / continued [10647] [ 02-mar-2010 09:27 ECT ] |
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Voci americane difendono il nucleare iraniano per ricattare gli arabi!
Raghida Dergham |
16 febbraio 2010 - ...Ma è anche utile analizzare alcune fra le sorprendenti tendenze attuali, le quali invitano a valutare i "vantaggi" che un Iran in possesso di armi nucleari potrebbe comportare, vantaggi che potrebbero essere utilizzati al servizio degli interessi degli Stati Uniti, dal punto di vista della sicurezza, del petrolio e dell’economia, e che potrebbero anche aiutare molto l’industria bellica americana. Un analista della difesa presso l’americano Air Force Research Institute (AFRI), Adam Lowther, ha scritto dalla Maxwell Air Force Base in Alabama un articolo pubblicato dal New York Times questa settimana, nel quale egli afferma ... che ci sono almeno cinque aspetti positivi che potrebbero andare a beneficio degli Stati Uniti, se essi dovessero permettere all’Iran di entrare in possesso di armi nucleari...Tutti gli arabi che esprimono la loro identità araba schierandosi al fianco di un Iran nucleare – semplicemente perché il mondo non rimprovera a Israele il fatto di avere armi nucleari e non ha neppure il coraggio di parlarne – dovrebbero analizzare con attenzione le affermazioni che chiedono di incoraggiare l’ascesa di un Iran nucleare, e non solo quelle che invitano ad ignorare il possesso di capacità militari nucleari da parte di Teheran come un dato di fatto. Infatti, coloro che sono presi di mira in questo caso sono essenzialmente gli arabi, con diversi mezzi, pretesti e motivazioni, allo scopo di soggiogarli e poi ricattarli...
continua / continued [10636] [ 02-mar-2010 08:17 ECT ] |
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QUANDO ISRAELE ENTRERA' NELLA NATO...
Di Galal Nassar |
11 febbraio 2010 - Israele vuole essere membro della NATO. Non dice più di no alle alleanze militari. Non vuole più prendere distanza dagli accordi militari occidentali. Vuole essere dentro. La maggior parte degli israeliani credono che essere membri della NATO aumenterà la sicurezza d’Israele e il potere strategico della NATO. Curiosamente non si è prodotta nessuna reazione araba al desiderio d’Israele di unirsi alla NATO, nessun intento arabo di bloccare la decisione e nessun preparativo per affrontarne le conseguenze. Israele e la NATO si sono avvicinate più o meno durante l’ultimo decennio. Nel 2000 la NATO ha ampliato il suo Dialogo Mediterraneo attraverso i colloqui con sette paesi del Medio Oriente e del Nord Africa, cioè: Egitto, Israele, Algeria, Giordania, Marocco, Tunisi e Mauritana. Nel 2004, le conversazioni NATO- Mediterraneo si celebrarono sotto il nome di "Associazione per la Pace". Nel nuovo dialogo sono stati inclusi altri sei paesi: Bahrein, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti. Israele, in particolare, era ansioso di approfittare di tutte le opportunità che l' Associazione per la Pace offriva...
continua / continued [10621] [ 01-mar-2010 15:33 ECT ] |
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“Storie e narrative contrastanti”: che razza di stupidaggine è questa? Ancora una volta, è guerra dialettica e di concetti!
Khalil NAKHLEH خليل نخلة, Tradotto da Daniela Filippin
11 febbraio 2010 - Sono stati scritti numerosi libri e articoli condizionati dalla tesi che il motivo del prolungato e irrisolvibile conflitto fra Israele e Palestina, continuamente in un’impasse, è dovuto al fatto che vi siano due storie o narrative "contrastanti": quella degli ebrei e quella degli arabi in Palestina. Si è portati a leggere e ad interpretare in queste parole il concetto che "contrastanti" significhi che entrambi i racconti siano ugualmente validi ed abbiano la stessa legittimità. E che qualsiasi lettura e interpretazione alternativa, ogni tentativo di metterla in discussione, siano "soggettivi", "molto personali", "emotivi", "irrazionali", "non credibili", "non affidabili", e "storicamente inesatti". Tutto ciò è, a mio avviso, un’emerita stupidaggine. Un simile approccio ignora i reali e autentici sviluppi storici, in stridente contrasto con quelli mitizzati, che continuano a delegittimare la presenza palestinese nelle terre della Palestina storica...
continua / continued [10620] [ 01-mar-2010 15:30 ECT ] |
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Ricordi da El Khiam, il carcere israeliano nel Libano del Sud
Enrico Campofreda
È stato un Abu Ghraib ante litteram. Tra le sue mura sono passati migliaia di resistenti palestinesi, libanesi e semplici civili. Soggetti a sevizie e torture d’ogni genere. Ora Hezbollah l’ha trasformato in un luogo della memoria. Uscendo dal cubo rosso una scatola di ferro alta non più di cinquanta centimetri e profonda anche meno dove stava accucciato, spesso nudo, con le mani legate dietro la schiena e nelle orecchie le martellate che il giovane militare israeliano di guardia aveva l’ordine di cadenzare per ore, minuto dopo minuto - se la testa gli reggeva il "terrorista" poteva guardare l’orizzonte, verso la Palestina soggiogata. È la prigione di El Khiam, Libano del sud, che dalla liberazione del maggio 2000 un cartello avverte essere aperta. Aperta per le visite, malgrado durante la guerra dei 34 giorni del 2006 l’aviazione israeliana, bombardando il luogo, abbia provato a cancellare le tracce della sua vergogna...
continua / continued [10602] [ 14-oct-2009 03:51 ECT ] |
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La sconfitta di Hosni all’UNESCO: una sconfitta del regime egiziano, non dell’Egitto
Abd al-Bari Atwan
La sconfitta del ministro egiziano della cultura, Farouk Hosni, nella competizione per la presidenza dell’UNESCO, di fronte alla candidata bulgara Irina Bokova è un’ulteriore conferma del declino della reputazione dei regimi arabi – e di quello egiziano in particolare – nel panorama internazionale, e della poca considerazione di cui tali regimi godono in tutti i settori, non solo quello culturale.... Dobbiamo riconoscere, peraltro, che noi stessi ci siamo trovati in imbarazzo mentre seguivamo la competizione per l’elezione del nuovo presidente dell’UNESCO, e siamo stati colti da sentimenti contrastanti, ed a volte da vero e proprio sconcerto. Infatti, Farouk Hosni ha certamente una storia di opposizione alla normalizzazione culturale con Israele, di sostegno alla questione palestinese, e di critica all’occupazione ed ai massacri israeliani ai danni del popolo palestinese – basti dire che egli non si era mai recato in visita a Tel Aviv, malgrado le grandi pressioni esercitate nei suoi confronti in questo senso. Egli tuttavia – e lo diciamo con grande dispiacere – ha rinnegato le proprie posizioni, chiedendo scusa in maniera umiliante per averle adottate in passato , nella speranza di ottenere questa carica internazionale...
continua / continued [10578] [ 27-sep-2009 03:01 ECT ] |
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