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Notizie dall'Iraq occupato - 3 luglio 2007


* Iraq, inviata al Parlamento la legge sul petrolio?

* Uccisi più di mille mercenari Usa nelle guerre in Iraq e in Afghanistan

* Iraq, tensione alta a Diwaniya dopo i raid Usa

* Iraq, elicottero Usa abbattuto, piloti illesi. 23 ribelli uccisi

* Trovati 18 cadaveri a Baghdad

* Bush interviene sul Ciagate: «Scooter» Libby evita il carcere

* Usa annunciano uccisione di 25 ribelli a nord di Baghdad

* Siria espelle membri Mahdi army dopo una serie di omicidi di ex ufficiali esercito iracheno

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Notizie dall'Iraq occupato - 3 luglio 2007

Agenzie

Uccisi più di mille mercenari Usa nelle guerre in Iraq e in Afghanistan

Il numero dei contractors Usa (personale non militare) uccisi nelle guerre in Iraq e in Afghanistan ha superato i mille, secondo dati ottenuti dalla agenzia Reuters. Le cifre del Ministero del Lavoro Usa parlavano di 990 morti di contractors al 31 marzo scorso: 917 avvenute in Iraq, 73 in Afghanistan. Da allora sono morti almeno altri 18 prestatori di servizi. Nello stesso tempo vi sono stati oltre 13 mila contractors rimasti feriti nelle due guerre.

Secondo i dati del Pentagono nella guerra in Iraq sono rimasti uccisi 3577 soldati Usa, mentre in Afghanistan il numero é di 342. Il confronto dei dati mostra una media di un contractor civile ucciso, nelle due guerre, per ogni quattro militari Usa caduto in battaglia.




Iraq, tensione alta a Diwaniya dopo i raid Usa

Osservatorio Iraq, 3 luglio 2007

Rimane alta la tensione a Diwaniya, dopo il raid aereo Usa di ieri, che, secondo fonti locali, avrebbe provocato vittime diverse civili, causando ulteriori scontri e proteste in città.



I combattimenti erano scoppiati dopo che Camp Echo, la base Usa nei pressi della città, era stata attaccata a colpi di mortaio nelle prime ore del mattino.


Secondo una fonte ospedaliera locale citata dalla TV araba al Jazira, all'ospedale sarebbero stati portati i corpi di 13 persone uccise, e almeno 30 feriti, fra i quali un certo numero di donne e bambini.


Dopo gli attacchi aerei, a Diwaniya e nelle altre città della provincia di Qadisiya, nel sud dell'Iraq, c'è un'atmosfera tesa, riferisce al Jazira, con un forte schieramento delle forze di sicurezza in tutta la provincia, dopo il tentativo da parte di un "gran numero" di miliziani di attaccare la sede dell'amministrazione provinciale a Diwaniya, che ha spinto le forze di sicurezza a rispondere sparando.


Secondo l'Iraqi News Agency (INA), due manifestanti sono stati feriti dalle forze di sicurezza, a quanto riferito da due testimoni oculari, che hanno detto che le forze irachene hanno sparato "a casaccio" sulla folla. I feriti sono stati portati all'ospedale cittadino, dice l'INA.


Il raid aereo Usa a Diwaniya è stato ampiamente condannato nella zona, stando al sito arabo al-Melaf Press, anche se le diverse forze politiche locali stanno cercando di utilizzarlo a proprio vantaggio.


Ali al-Miyali, un parlamentare del gruppo di Muqtada al Sadr, ha detto di ritenere responsabile delle morti il governo locale (controllato dal Consiglio Supremo Islamico Iracheno, uno dei maggiori partiti sciiti della coalizione di governo), per aver cooperato con le forze straniere.


Dal canto suo, anche Hasan al-Zamili, un esponente del Consiglio Supremo, rivale del movimento di Sadr, ha condannato l'attacco, dicendo che il suo partito aveva avvertito che Diwaniya corre il rischio di diventare "un'altra Falluja".


Il presidente del Consiglio provinciale, sceicco Hamid al-Khadri, ha denunciato il raid aereo contro abitazioni pacifiche, definendolo una "grande vergogna" e un crimine "barbaro". Al-Khadri, tuttavia, ha condannato anche il lancio di missili dalle case, che, ha detto, ha provocato gli attacchi americani, ma senza fare alcun riferimento diretto.


I manifestanti, ha detto al-Khadri, devono protestare contro entrambe le cose – anche contro gli attacchi che partono da aree residenziali.


Il governatore della provincia, Khalil Jalil Hamza, un esponente del Consiglio Supremo, ha chiesto a tutte le parti di lavorare per evitare scontri di questo tipo, sostenendo che gli attacchi contro le forze di occupazione ottengono l'effetto di intensificarne la presenza nella provincia, non quello di cacciarle.


Secondo l'INA, aerei Usa stanno pattugliando i cieli sopra Diwaniya, e l'atmosfera in città è molto tesa. Alcune fonti hanno detto all'agenzia di stampa irachena che nuovi scontri potrebbero scoppiare in qualunque momento nelle prossime ore.



[O.S.}

Fonti: Al Jazira, Iraqi News Agency, Al Melaf Press





Iraq: Abbattuto un elicottero da combattimento Usa

Un elicottero da combattimento statunitense e' stato colpito e abbattuto a sud di Bagdad. Solo feriti i due piloti a bordo del velivolo. E' successo ieri ma il comando militare americano lo ha riferito solo oggi.

I due piloti sono stati a loro volta soccorsi da un elicottero Ah-64, mentre il velivolo abbattuto e l'area circostante sono stati poi bombardati in un successivo raid aereo. Dall'inizio dell'anno sono almeno 12 gli elicotteri americani - due dei quali di compagnie private - abbattuti o distrutti in Iraq.




Trovati 18 cadaveri a Baghdad

Reuters- La polizia irachena ha comunicato di aver trovato 18 cadaveri non identificati in diversi quartieri di Baghdad.




Iraq: morti nel fine settimana altri due soldati americani

Si allunga la lista dei soldati americani morti in Iraq. Nel fine settimana altri due marines hanno perso la vita, "ma non colpiti dal nemico", hanno precisato fonti dell'esercito.

Due marine americani sono morti in un incidente "non ostile" nel corso di operazioni in combattimento domenica nella provincia di Al Anbar, a ovest di Baghdad. Lo hanno annunciato oggi fonti dell'esercito americano senza fornire altri dettagli.




Bush interviene sul Ciagate: «Scooter» Libby evita il carcere

Convinto che la pena nei confronti dell'alto funzionario della Casa Bianca I. Lewis Scooter Libby sia stata troppo severa, il presidente George W. Bush l'ha commutata a sorpresa, evitando all'ex braccio destro del suo vice Dick Cheney l'umiliante spettacolo di un soggiorno in prigione e provocando un torrente di proteste tra i democratici di Washington.

«Ho profondo rispeto per il verdetto della giuria, ma la pena nei confronti di Libby era troppo severa», ha detto Bush annunciando di aver passato un colpo di spugna sulla parte della sentenza relativa al carcere, lasciando invece immutata la multa di 250 mila dollari e i due anni di libertà condizionata a cui Libby si dovrà sottoporre.

L'ex capo di gabinetto del vice-presidente Dick Cheney era stato condannato in marzo a due anni e mezzo di prigione e oggi una Corte di Appello si era rifiutata di accogliere la sua richiesta di sospendere l'applicazione della pena fintanto che era in corso il processo di appello.

L'annuncio dei magistrati, che avevano raggiunto all'unanimità la decisione, aveva alzato la pressione su Bush.

I conservatori da mesi chiedevano al presidente la grazia per Libby, considerato il capro espiatorio di un procuratore troppo zelante, il magistrato Parick Fitzgerald, che dalla fine del 2003 aveva indagato sul Cia-gate, arrivando però soltanto alla sua incriminazione.

Bush non ha graziato Libby, un segnale che il processo giudiziario che riguarda l'ex alto funzionario non h ancora esaurito il suo corso. L'annuncio, all'inizio del fine settimana per il ponte del 4 luglio quando il Congresso è in vacanza per l festa dell'Indipendence Day, è stato forse studiato dalla Casa Bianca per smorzare il megafono delle proteste democratiche.

Ma le polemiche sono scoppiate ugualmente: «Uno dei principi del nostro sistema è che la legge è uguale per tutti: Bush l'ha calpestato», è stato pronto a reagire il senatore democratico Charles Schumer. «La storia giudicherà Bush imparzialmente per come ha usato i poteri che gli ha dato la Costituzione», ha detto il capo dei democratici al Senato Harry Reid.

Libby era stato condannato dopo che la giuria lo aveva riconosciuto colpevole di ostruzione della giustizia e spergiuro nel caso nato dallo smascheramento nel luglio 2003 della spia della Cia Valerie Plame, moglie dell'ambasciatore Joseph Wilson che aveva criticato la guerra in Iraq, in una 'column' del'opinonista conservatore Robert Novak.

In marzo il giudice aveva stabilito che Libby avrebbe dovuto presentarsi in carcere tra sei e otto settimane dall'atto della condanna. «Libby resterà sotto libertà condizionata. La significativa multa ordinata dal giudice resterà in effetto», ha deciso invece Bush: «Le consegunze della sua condanna sulla sua vita precedente da avvocato, funzionario dello stato e privato cittadino saranno comunque durature».

Ì Lewis Scooter Libby ha navigato per un quarto di secolo nei circoli del potere, da giovane al fianco di Paul Wolfowitz, suo mentore a Yale. Durante l'amministrazione Clinton, quando era tornato a fare l'avvocato, uno dei suoi clienti era stato Marc Rich, il finanziere latitante perdonato tra mille polemiche dall'ex presidente democratico nel suo ultimo giorno prima di lasciare la Casa Bianca.

Ieri è stato Libby a beneficiare dell'atto di clemenza presidenziale: e anche questa è una piccola ironia della storia.

Dal 2001 al 2005, rientrato al governo come capo di gabinetto e alter ego di Cheney, era stato al centro di ogni importante decisione dell'amministrazione, soprattutto sul fronte della sicurezza nazionale. In questa veste, nelle settimane che precedettero lo smascheramento della spia della Cia Valerie Plame, si era mostrato «ossessionato» almeno quanto Cheney che le rivelazioni dell'ex ambasciatore suo marito, potessero mettere in crisi il teorema costruito sulle armi di Saddam.




Iraq, Usa annunciano uccisione di 25 ribelli a nord di Baghdad

BAGHDAD (Reuters) - Le forze americane appoggiate da aerei da guerra hanno ucciso circa 25 ribelli in uno scontro a nord di Baghdad, riferiscono oggi i militari Usa. I militari dicono in una nota che la battaglia si è verificata durante un'operazione di tre giorni conclusasi lunedì vicino alla cittadina di Mukhisa nella provincia di Diyala, dove 10mila uomini tra americani e iracheni sono impegnati in una massiccia offensiva contro al Qaeda.




Iraq, inviata al Parlamento la legge sul petrolio?

di Ornella Sangiovanni
Osservatorio Iraq, 3 luglio 2007

Situazione confusa riguardo alla legge irachena sul petrolio, dopo che il ministro per le risorse energetiche del Governo regionale kurdo (KRG) ha smentito le notizie secondo cui il governo di Baghdad avrebbe approvato il disegno di legge e l'avrebbe inviato oggi al Parlamento.


L'annuncio era stato dato dal Primo Ministro Nuri al Maliki, nel corso di una conferenza stampa, nella quale aveva dichiarato che "la legge sul petrolio e sul gas ha ricevuto l'avallo unanime in una riunione del Consiglio dei Ministri ed è stata inviata oggi al Parlamento".

"La prima lettura in Parlamento ci sarà domani" aveva detto il premier.

L'informazione era stata confermata anche da altri funzionari, tra cui il portavoce governativo Ali al-Dabbagh, secondo il quale il nuovo testo approvato conteneva alcuni emendamenti, in seguito alle osservazioni fatte dall'Iraqi Accord Front, la maggiore coalizione sunnita rappresentata in Parlamento, e da altre forze politiche.


"Si prevede che il Parlamento inizi a discutere la legge domani", aveva detto Dabbagh, senza però precisare a quando risaliva la sua approvazione da parte del Gabinetto, né quali fossero gli emendamenti apportati.



Dabbagh aveva aggiunto che le questioni in sospeso con il KRG erano state risolte.

"Alcune questioni sono state risolte, e il blocco kurdo ha dato il suo assenso", aveva detto il portavoce governativo alla televisione satellitare al Arabiya.


Ma tali informazioni sono state smentite categoricamente dal responsabile delle risorse energetiche del KRG.


"Non siamo a conoscenza di niente che sia stato approvato dal Consiglio dei Ministri", ha detto oggi Ashti Hawrami, parlando al cellulare con l'agenzia di stampa United Press International (UPI).


Il testo del disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri a fine febbraio e messo a punto in marzo "è l'unico testo approvato", ha aggiunto il ministro kurdo, "e anche il testo della bozza di marzo non è completo".


Successivamente all'accordo su questo testo, il Governo regionale kurdo aveva definito incostituzionali i quattro allegati al disegno di legge, che classificano i vari giacimenti petroliferi iracheni – quelli già in produzione e quelli ancora da sfruttare - assegnandoli alla gestione della compagnia petrolifera nazionale (INOC) o a quella delle regioni.


Tale classificazione, avevano obiettato i kurdi, darebbe alla compagnia nazionale oltre il 90% delle riserve petrolifere accertate del Paese (115 miliardi di barili), sottraendole alle autorità regionali.


Il mese scorso, dopo lunghe trattative fra governo centrale di Baghdad e KRG, era stato trovato un accordo sulla ripartizione dei proventi petroliferi, con una legge apposita che darà al Kurdistan il 17% delle entrate del petrolio iracheno.

NOTA


In serata, il Governo Regionale del Kurdistan ha pubblicato un comunicato stampa sul suo sito web, chiedendo chiarimenti al governo di Baghdad su quale sia il testo della legge sul petrolio approvato dal Consiglio dei ministri che sarebbe stato inviato in Parlamento.


Questo perché - dice il KRG attraverso il suo portavoce - la Commissione legale del Consiglio dei Ministri è andata al di là del suo mandato, apportando modifiche sostanziali al contenuto della legge, che sono state respinte dal governo kurdo.


"Speriamo che il Consiglio dei ministri non stia approvando un testo sul quale non c'è l'accordo del KRG", si legge nel comunicato, "perché questo violerebbe i diritti costituzionali della regione del Kurdistan".



Fonti: Reuters, Associated Press, Agence France Presse, United Press International, Kurdistan Regional Government Website





Iraq: Siria espelle membri Mahdi army
Dopo una serie di omicidi di ex ufficiali esercito iracheno


Iraq: Siria espelle membri Mahdi(ANSA)-BAGHDAD, 3 LUG - Le autorita' siriane hanno arrestato ed espulso decine di iracheni residenti in Siria. Si tratta di presunti membri dell'Esercito del Mahdi, la milizia guidata dal giovane radicale sciita Moqtada al-Sadr. La decisione di Damasco e' stata presa in seguito a una serie di omicidi di ex alti ufficiali dell'esercito iracheno rifugiatisi in Siria, commessi da presunti sicari della formazione sciita.









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