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Gruppo per i diritti civili: Israele sta distruggendo l'economia della Striscia di Gaza


La chiusura pressoché totale imposta alla Striscia di Gaza dal momento in cui Hamas ha assunto il controllo a Giugno ha quasi distrutto l'economia palestinese e minaccia di trasformare 1,4 milioni di residenti in un caso umanitario. E' quello che sostiene Gisha, il Centro Legale per la Libertà di Movimento, in un rapporto pubblicato mercoledì. Israele ha completamente chiuso il valico di Kami tra Israele e la Striscia di Gaza, che era la principale arteria per le importazioni e le esportazioni di prodotti e materie prime...

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Gruppo per i diritti civili: Israele sta distruggendo l'economia della Striscia di Gaza

Dan Izenberg, The Jerusalem Post, traduzione di Gianluca Bifolchi Tlaxcala

5 Luglio 2007

La chiusura pressoché totale imposta alla Striscia di Gaza dal momento in cui Hamas ha assunto il controllo a Giugno ha quasi distrutto l'economia palestinese e minaccia di trasformare 1,4 milioni di residenti in un caso umanitario. E' quello che sostiene Gisha, il Centro Legale per la Libertà di Movimento, in un rapporto pubblicato mercoledì.

Israele ha completamente chiuso il valico di Kami tra Israele e la Striscia di Gaza, che era la principale arteria per le importazioni e le esportazioni di prodotti e materie prime.

Dal momento della chiusura, l'importazione di beni umanitari è stata permessa attraverso i valichi di Kerem Shalom, Sufa ed Eretz, ma la loro transitabilità è molto limitata, secondo il rapporto.

La nuova politica, che secondo Gisha punta a mettere in ginocchio il governo di Hamas, ha esacerbato la già cupa situazione economica della popolazione.

Il 75% delle fabbriche di Gaza sono chiuse a causa del blocco. Il resto sta operando ad esaurimento delle scorte di magazzino.

L'85% della popolazione già dipende dalle forniture alimentari di organizzazioni internazionali umanitarie, e il numero sta crescendo.

C'è una forte penuria di materie prime come zucchero e farina per il consumo domestico e familiare. Il prezzo della farina è aumentato del 34%, il latte in polvere del 30% ed il riso del 20%.

Israele ha cancellato dai suoi computer i codici doganali per identificare le merci che entrano a Gaza ed ha emesso ordini per non lasciarle entrare fino a prossimo ordine. Questa politica è costata agli importatori palestinesi 1,5 milioni di dollari nelle prime due settimane del blocco, contando le penali pagate per l'uso di container in affitto, rotture di contratti e danno a merci immagazzinate per prolungati periodi di tempo, ha dichiarato l'organizzazione.

La politica ha anche paralizzato le esportazioni agricole da Gaza verso Israele, West Bank ed altri paesi.

Secondo Gisha, Israele occupa ancora Gaza a dispetto del Disimpegno sopratutto perché controlla tutti i valichi di frontiera e controlla e proibisce l'accesso all'area per cielo e per terra. Pertanto, Israele è obbligato ai termini del diritto internazionale a proteggere la popolazioni civile che è sotto il suo controllo.

"Invece", accusa Gisha, "ha adottato una politica di punizione collettiva, in violazione del diritto internazionale umanitario, che prevede esplicitamente che nessuna persona verrà punita per un atto che non ha commesso".

Tradotto dall'inglese da Gianluca Bifolchi, un membro di Tlaxcala (www.tlaxcala.es), la rete di traduttori per la diversità linguistica. Questa traduzione è in Copyleft per ogni uso non-commerciale : è liberamente riproducibile, a condizione di rispettarne l'integrità e di menzionarne l'autore e la fonte.

Articolo originale:
http://www.jpost.com/servlet/Satellite?cid=1183459197719&pag
ename=JPost%2FJPArticle%2FShowFull


:: Article nr. s6815 sent on 07-jul-2007 05:08 ECT

www.uruknet.info?p=s6815



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